La Città degli DEI

Vita terrena, Perchè si deve soffrire?

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Hermete
view post Posted on 13/12/2006, 20:22




Mi chiedo anche dove sia la forza di una persona che si approfitta della debolezza altrui!

Secondo me, si può parlare di debolezza per entrambe, solo che colei che si mostra forte, non indossa altro che una maschera per darsi sicurezza.

Ripeto, ci sono casi e casi, va bene non farsi mettere i piedi in testa, ma dispensare sofferenze gratuite non lo condivido!


Hermete
 
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chamo
view post Posted on 14/12/2006, 07:30




Speculare sulle debolezze altrui??? Un modo per non affrontare il problema della poca autostima, il rifiuto di confrontarsi equamente con se stesso e con la propria vita. Il bisogno di gratificazione che nasce dalla debolezza altrui, e direttamente proporzionale alla stessa altrui debolezza, e la cosa peggiore è che in questo giro vizioso si scatenano reazioni e situazioni a volte inconcepibili, una ad esempio, la dipendenza dallo stesso carnefice!!! Che strana cosa l'essere umano!?!?!?!?


chamo
 
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Felce
view post Posted on 14/12/2006, 11:56




Lo vedi..le larve sono in mezzo a noi...anzi il termine giusto è vermi e mi dispiace offendere il lombrico!
Purtroppo hai ragione chamo queste persone creano un vero circolo vizioso,sono dipendenti dalla vittima,ma sentendosi inferiori cercano di superare il mal capitato,lo imitano,gli mettono i bastoni tra le ruote,cercano di entrare nelle tue amicizie per poi estrometterti piano piano...in genere sono così perchè mancano di personalità..all'inizio ti vogliono anche bene...e a volte non si rendono neanche conto di quello che realmente stanno combinando.
 
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Ghaladh
view post Posted on 14/12/2006, 14:37




Che visione negativa avete tutti dell'ordine naturale delle cose. Nessuno ha mai parlato di infliggere sofferenze gratuite, né di approfittare delle debolezze altrui.
Il ragionamento secondo me va spostato sotto un'altra luce:
- Desiderare più di quanto si abbia è normale, e su questo immagino siamo tutti d'accordo.
- Spesso, fra noi e la realizzazione dei nostri desideri si contrappongono diversi ostacoli.
- Talvolta questi ostacoli sono umani, ovvero sono costituiti dallo scontro fra i tuoi desideri e quelli di un'altra persona.

Allora si possono creare due situazioni:
1) L'impedimento è più forte di te: non raggiungi l'obiettivo.
2) L'impedimento è più debole di te: raggiungi l'obiettivo.

Nella prima situazione restiamo frustrati e dobbiamo accettare la sconfitta.
Nella seconda situazione siamo felici... è l'impedimento a dover accettare la sconfitta.

Ora io mi domando: se l'impedimento in questione soffrirebbe molto per la sconfitta, dovrei io, nonostante le mie potenzialità e la maggior forza, rinunciare al mio obiettivo? Devo patire io la sofferenza che arrecherei invece a quella persona? A voi la scelta.
Io scelgo di ottenere il risultato. Prevaricazione? Prepotenza? Vedetela un po' come vi pare, ma quello che sostengo io è che non è rinunciando ai nostri desideri che facciamo del bene.
Secondo voi i forti dovrebbero vivere sottomessi ai deboli? Sarebbe una società ridicola, più di quanto già lo sia, dove chi ha le potenzialità non le sfrutta per la paura di togliere a qualcun altro la possibilità di raggiungere la propria felicità... continuando a rinunciare alla propria! E' anomalo, è contro natura, è un atteggiamento spaventosamente ottuso.
Con questo non voglio dire che se siamo in grado di mettere le nostre potenzialità al servizio del più debole non si debba fare, ma certamente, se io e un individuo di minore abilità puntiamo allo stesso risultato, e tale obiettivo non è in alcun modo condivisibile, state pur certi che non mi farò muovere dalla pietà e lascerò che sia l'altro ad ottenere quello che vuole: sfrutterò tutte le mie capacità per arrivare prima di lui. Dovrei sentirmi in colpa per questo? Così facendo di mostrerei di essere più debole? Dimostrerei di avere poca auto-stima? Avete una scala di valori completamente ribaltata dal mio punto di vista. La mancanza di auto-stima è di chi si vergogna delle proprie potenzialità e nonostante sia stato dotato di artigli e denti da leone, si ostina a vivere come una pecorella, accontentandosi dei rimasugli che il gregge lascia loro.
Dominare non è un atto vile. Essere padroni del proprio destino e prenderci dalla vita quanto più possiamo è un atto di passione nei confronti del mondo e della gioia. Certamente c'è chi soffrirà per le nostre vittorie, ma dovrei farmi scrupoli? Per quale motivo?
 
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Berkana
view post Posted on 14/12/2006, 14:47




Quoto l'ultimo intervento di Ghal.

Credo anche però che per aiutarci ad affrontare una situazione in cui io sono il più forte, sia la sana competizione volta semmai alla condivisione del mio obiettivo.
Una tribù del Mato Grosso (i bororo) composta da diversi clan, non sanno cosa significhi supremazia, proprio perchè tramite i loro intenti comuni, riescono a soddisfare tutti.
Forse dovremmo imparare da loro.
Certo questo è un caso limite e non sempre applicabile, quindi è normale che se io e uno sconosciuto concorriamo alla medesima meta, non mi ritiro fin quando vinco o sono sconfitto, potrei ritirarmi al massimo se consapevole di non aver tutto questo bisogno di vincere.
Scusate ma la competizione non è il mio forte, nonostante disponga delle capacità(difettuccio di fabbrica).

Berk
 
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Ghaladh
view post Posted on 14/12/2006, 15:03




Bhe, Berkana... nel caso ci si renda conto che l'obiettivo per noi non è così tanto importante, al contrario di quanto lo sia per "l'avversario", allora giustifico ampiamente "la ritirata". Chiaramente è anche anomalo l'atteggiamento di chi deve vincere per forza, a tutti i costi... in quel caso sarebbe sì una debolezza e la dimostrazione della mancanza di auto-stima.
 
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Hermete
view post Posted on 14/12/2006, 15:09




Ghal, nell'ultimo intervento ti quoto anche io.

Penso che l'uomo debba usare le sue forze per non soffrire o almeno soffrire il meno possibile.

Però adesso mi chiedo anche quanto possa essere salutare un accanimento tanto ossessivo su un qualcosa.
Si parla di un qualcosa che provoca sofferenza al suo non ottenimento, penso che bisognerebbe fare una attenta analisi quando si vuole ottenere qualcosa, una analisi che culmina nella comprensione di quanto possa essere importante per noi la "cosa" desiderata e quanto possa giovare a qualcun altro... bè, ritengo questo un precetto fondamentale ed indispensabile.

La forza di una persona si mostra anche quando sappiamo rinunciare a qualcosa.... trovate la frase banale e buonista? Bè forse lo è, ma cavolo quanto è vera!!!

E poi Ghal secondo me ti stai contraddicendo, perchè all'inizio ritenevi che i piaceri terreni non rientrano completamente nella tua visione di felicità, e adesso passeresti sopra la felicità di una persona (più debole e che purtroppo il suo appiglio maggiore è sui piaceri terreni?) per cosa?
Se tu dai poco conto a questi piaceri lasciali a chi è per sua natura e anche per suo volere, più debole!


Hermete

 
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Ghaladh
view post Posted on 14/12/2006, 15:19




Dar poca importanza a qualcosa, non significa volutamente ignorarla. Piacciono anche a me i soldi, la fama, il sesso, il benessere materiale in senso più ampio... fortunatamente non soffro molto per la mancanza di questi e per questo mi trovo raramente a combattere per queste gioie minori, poiché sono già piuttosto soddisfatto di quelle che già possiedo, seppure non siano molte dal punto di vista dei più materialisti.
Per ottenere quel poco che ho ottenuto sinora però o dovuto comportarmi come ho descritto nel post precedente, altrimenti sarei ancora qui a sospirare, pensando a quello che vorrei avere. Ora mi posso dedicare maggiormente alle cose davvero importanti, dal mio punto di vista, senza perdere più tempo ed energie alla ricerca di un equilibrio materialistico.
 
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Hermete
view post Posted on 14/12/2006, 16:00




Bè evidentemente tu eri uno di quelli che ha saputo fermarsi, senza andare oltre.... senza desiderare sempre di più!

Purtroppo non tutti sono così e man mano che si ottengono le cose desiderate si desidera avere sempre di più, e di gente che non si sa fermare ne ho visto abbasanza.... per questo invito alla cautela!


Hermete
 
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Berkana
view post Posted on 14/12/2006, 16:08




CITAZIONE
Purtroppo non tutti sono così e man mano che si ottengono le cose desiderate si desidera avere sempre di più

AUHuahuAHUAH scusate l'OT ma con quest'affermazione mi è venuta in mente una frase di un celebre film:
-Quando si desidera, cosa si desidera?
-Si desidera quello che si vede, quello che abbiamo sempre sotto gli occhi.
(Vi ricordate che film è?)

Con questo voglio in qualche modo allacciarmi e quotare quindi la frase di Hermete...
desiderare è buono finchè il desiderio non diventa ossessione.
Forse nasce da qui la visione cattolica di desiderio del piacere, purtroppo è stata strumentalizzata dall'istituzioni, ma di fondo vuole solo insegnare che il desiderio non deve essere lo scopo sommo delle nostre vite o le porterà sul baratro della superficialità.

Berk

 
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Hermete
view post Posted on 14/12/2006, 16:19




CITAZIONE
il desiderio non deve essere lo scopo sommo delle nostre vite o le porterà sul baratro della superficialità.

Esattamente, credo si necessiti di un certo equilibrio tra il desiderare e la possibilità di non raggiungere ciò che si desidera!

Ghal, questo pensiero non era rivolto a te in quanto dalle tue parole si denota il raggiungimento di questo faticoso equilibrio.


Hermete
 
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25 replies since 9/12/2006, 18:58   325 views
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