Ghaladh |
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| Che visione negativa avete tutti dell'ordine naturale delle cose. Nessuno ha mai parlato di infliggere sofferenze gratuite, né di approfittare delle debolezze altrui. Il ragionamento secondo me va spostato sotto un'altra luce: - Desiderare più di quanto si abbia è normale, e su questo immagino siamo tutti d'accordo. - Spesso, fra noi e la realizzazione dei nostri desideri si contrappongono diversi ostacoli. - Talvolta questi ostacoli sono umani, ovvero sono costituiti dallo scontro fra i tuoi desideri e quelli di un'altra persona.
Allora si possono creare due situazioni: 1) L'impedimento è più forte di te: non raggiungi l'obiettivo. 2) L'impedimento è più debole di te: raggiungi l'obiettivo.
Nella prima situazione restiamo frustrati e dobbiamo accettare la sconfitta. Nella seconda situazione siamo felici... è l'impedimento a dover accettare la sconfitta.
Ora io mi domando: se l'impedimento in questione soffrirebbe molto per la sconfitta, dovrei io, nonostante le mie potenzialità e la maggior forza, rinunciare al mio obiettivo? Devo patire io la sofferenza che arrecherei invece a quella persona? A voi la scelta. Io scelgo di ottenere il risultato. Prevaricazione? Prepotenza? Vedetela un po' come vi pare, ma quello che sostengo io è che non è rinunciando ai nostri desideri che facciamo del bene. Secondo voi i forti dovrebbero vivere sottomessi ai deboli? Sarebbe una società ridicola, più di quanto già lo sia, dove chi ha le potenzialità non le sfrutta per la paura di togliere a qualcun altro la possibilità di raggiungere la propria felicità... continuando a rinunciare alla propria! E' anomalo, è contro natura, è un atteggiamento spaventosamente ottuso. Con questo non voglio dire che se siamo in grado di mettere le nostre potenzialità al servizio del più debole non si debba fare, ma certamente, se io e un individuo di minore abilità puntiamo allo stesso risultato, e tale obiettivo non è in alcun modo condivisibile, state pur certi che non mi farò muovere dalla pietà e lascerò che sia l'altro ad ottenere quello che vuole: sfrutterò tutte le mie capacità per arrivare prima di lui. Dovrei sentirmi in colpa per questo? Così facendo di mostrerei di essere più debole? Dimostrerei di avere poca auto-stima? Avete una scala di valori completamente ribaltata dal mio punto di vista. La mancanza di auto-stima è di chi si vergogna delle proprie potenzialità e nonostante sia stato dotato di artigli e denti da leone, si ostina a vivere come una pecorella, accontentandosi dei rimasugli che il gregge lascia loro. Dominare non è un atto vile. Essere padroni del proprio destino e prenderci dalla vita quanto più possiamo è un atto di passione nei confronti del mondo e della gioia. Certamente c'è chi soffrirà per le nostre vittorie, ma dovrei farmi scrupoli? Per quale motivo?
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