Argomento scottante...
giustizia ed utilità non sono certo termini che vadano daccordo l'uno con l'altro: se si parte dal presupposto che
CITAZIONE
la volontà di altre persone naturalmente più deboli della Strega
la carenza di giustizia è gia insita in questa diseguaglianza. L'utilità è un discorso diverso e che può trovare una sua ragion d'essere anche nella diseguaglianza, ponendosi come opportunità di migliorare o peggiorare condizioni, per chi abbia questa capacità.
Legare o vendicarsi di qualcuno, non possono certo essere concetti rilegabili ad un tipo di etica prettamente
"terrena" o umana, in quanto stiamo trattando il discorso da un punto di vista
" magico". Visto e considerato che la strega detiene una conoscenza superiore, è sua responsabilità il decidere di operare pro o contro, in ragione della sua conoscenza magica ed umana. La prevaricazione che è insita nel "legare" o "colpire" qualcuno, dovrà ricercare la sua giustizia fittizia, e la sua utilità nella parte più terrena e meno spirituale dell'essere che richiede l'intervento della strega, ed in questo caso la strega funge da mezzo, scaricata dalla responsabilità del suo operato in ragione delle ragioni personali di chi la consulta.
Se è decisione della strega stessa, non credo si debba arrovellare nel cercare ragioni alla giustizia ne all'utilità, poichè è artefice e mandataria. Forse sminuendo il concetto, come sempre parlerei più di un naturale ed innato buonsenso, un minimo di considerazione anche per l'altro e non solo per il proprio sé: questo consapevolezza dovrebbe essere sufficiente a determinare il grado di giustizia in rapporto alla utilità di operare magicamente o meno. Interferire nelle vite di chicchessia è comunque una grande e poderosa sfida
all'EQUILIBRIO, che risentirà delle variazioni tanto nel
MACRO come nel MICROCOSMO: per questa ragione la strega avrà una grande parte nel decidere e farsi carico delle conseguenze del suo operato. Credo sia comunque molto difficile cercare corrispondenze al termine giustizia ed utilità nell'arte magica, che è fatta di studio e ricerca nonchè
dell' OSARE legato indissolubilmente alla comprensione della conseguenza generatasi: giustizia ed utilità hanno a mio parere valenze diverse se riferite alla sfera totalmente terrena o totalemente spirituale.
Se partiamo dal presupposto che ogni nostro intervento magico dipende dal consenso accordatoci dalle Deità preposte a questo o quel sortilegio/rituale/cerimonia, e non pretendendo di controbattere una decisione accordataci dalla Deità stessa, è allora da ritenersi a nostro carico, il giudicare e stabilirne l'utilità? Se ci rifacciamo alla discutibile teoria del Libero arbitrio di derivazione Cristiana, è altresì vero che questa teoria si rivela un comodo mezzo di accomodamento, e sa tanto di " scarica barile", non attribuendo allora al Dio che ti permette di compiere un incantesimo, nessuna responsbilità di giudizio supremo, in quanto sei tu artefice delle tue scelte e decisioni, e dal Dio hai solo il nulla osta per compierele usando i mezzi magici. Mi suona quantomeno discutibile.
Personalmente la giustizia ed utilità di concezione terrena, sono difficilmente applicabili alla giustizia ed utilità magiche: confido nella sapienza della strega, che per operare cambiamenti con la magia, deve conoscere allo stesso modo tutti gli aspetti più umani, bassi e terreni dell'essere, e con essi sapere quali possano essere le ripercussioni che in questa sfera avranno gli eventuali interventi magici.
Anche la regola del 3 non è forse una sorta di giustizia in opposizione all'utilità presunta, di questo o quell' intervento magico?
E' comunque un tema
che fa riflettere e del quale sono certo avremo diverse versioni e punti di vista: di matrice personale e derivante dalla propria spiritualità e maturità nell'arte.
chamo
mess spostatoEdited by Hermete - 3/2/2007, 05:23