ECATE
Le origini di questa Dea sono antichissime. Alcuni studiosi ritengono che non hanno nulla a che fare con la Grecia in quanto sarebbe originaria dell’Asia Minore e già adorata 5000 anni fa.
Il suo nome deriva dalla Dea egizia Hekat (detta anche Heket e Hequit).
Ad ogni modo sappiamo che, i Greci la ritenevano una divinità olimpica pur non appartenendo a quella “cerchia” di divinità cui tutti conosciamo, Zeus le diede il potere di donare o negare ai morti i loro desideri, in più essa teneva il dominio del cielo, della terra e del mondo sotterraneo.
Il suo albero genealogico è incerto, Esiodo nella Teogonia afferma che era figlia dei due titani Perse ed Asteria, altri studiosi la facevano provenire da Erebo e Notte, altri ancora da Gea e Ponto, mentre una tradizione precedente diceva che Ecate era il frutto di Zeus ed Era.
Ecate è esperta nelle arti della divinazione (infatti dona agli uomini i sogni e le visioni) ed è la Dea della libertà di scelta, inoltre è considerata portatrice di benefici e benedizioni fino a quando non iniziò la sua “demonizzazione” da parte degli ecclesiastici, nel V sec. a.C., infatti durante il Medioevo, le venne dato d aparte di questi, l’appellativo di "Regina delle Streghe" in quanto la si riteneva loro protettrice e loro dispensatrice di saggezza.
Ecate è raffigurata come una e triplice Dea:
- Nel suo aspetto di giovane, in quanto presiede ai nuovi inizi;
- Nel suo aspetto di Madre le ci si può rivolgere se si ha bisogno del nutrimento e della protezione necessarie;
- Da Anziana, la si può invocare per protezione, saggezza e magia nelle ore dedicate alla Luna Nera.
Proprio da questa ultima figura è iniziata la sua rappresentazione di vecchia strega dedita ai malefici e seguace del Demonio.
Sempre per questa sua triplice forma simboleggia anche l’onniscienza:
può vedere nel passato, nel presente e nel futuro (infatti, come dicevamo, è esperte nella divinazione).
Spesso viene raffigurata con delle torce accese in quanto è accompagna l’anima per tutta la vita mostrando la via nell’oscurità, quindi accompagna i vivi nel regno dei morti (vedi il Mito di Persefone). Per questo le sue statue venivano poste negli incroci dei viadotti a protezione dei viandanti.
I Greci usavano in un giorno di fine mese lasciare, di notte, agli incroci delle strade, un piatto con del cibo per la dea.
Il numero tre la simboleggiava, essendo triplice.
Si pensava anche che le piacesse stare nei pressi di pozze di sangue di persone uccise.
Veniva spesso anche raffigurata con una schiera di cani che la seguiva, infatti si diceva che quando un cane mugola, la Dea si stia avvicinando.
Hermete
Messaggio SpostatoEdited by Hermete - 30/1/2007, 18:16