Sicuramente è la concezione di peccato molto limitata, che ha spinto molti di noi ad abbandonare il cristianesimo,per abbracciare una religione più "lieta", per altri no ma questo è un altro discorso.
Vorrei però fare una premessa:
Alcune fondamenti della dottrina cristiana entrano in contrasto con quelli del paganesimo, nel senso più generale del termine.
Ma non vorrei che si costruisse una critica alle religioni diverse dalla "nostra".
In primis perchè non mi sembra questa la sede
e poi credo sia più costruttivo esaminarle e cercare anzi di trovare punti in comune, proprio perchè la nostra è una natura Politeista tesa alla medesima politica, non sincretista come lo è stata ( e lo è ancora) la religione cristiana.
Detto questo, ritornando alla domanda:
Perchè si deve soffrire?
Senza leggere il post, mi è venuto da ridere, ma non per schernire, semplicemente perchè per me la sofferenza nella vita è scontata.
Si soffre in un certo senso, appena si nasce e si proseguirà nella vita.
Solo che si è anche felici! (può sembrare una banalità, ma la vita è composta da tanti elementi contrari fra loro, il chè non è da sottovalutare se vogliamo avere una visione della vita adeguatamente equilibrata nonostante dinamica).
Leggendo però sicuramente una cosa posso dirla in merito:
visto che la sofferenza è uno dei tanti elementi "vitali", non capisco perchè sottometterci a tale schiavitù, condannandoci fin dall'inizio.
Sentendoci per sempre peccatori, di un peccato, che a parer mio, peccato non è.
Sono dell'idea che la felicità sia un ottimo canale per recepire il sacro, ma bilanciata alla sofferenza.
Equilibrarsi per trovarsi.
Berk